La resilienza del venditore
Aggiornamento: 20 dic 2021
Nel maggio del 2020, il presidente di SARPI Immobiliare, rilasciava un’ intervista al Corriere Economia a firma Gino Pagliuca, dove lo stesso analizzando il mercato insieme al Centro Studi del gruppo, ad un anno e qualche mese dall’inizio della pandemia, riscontrava la resilienza dei venditori nonostante il momento difficile.
Cosi recitava:
“Si tratta della resilienza dei venditori; dalla ricerca emerge infatti che tra chi ha messo in vendita la casa nei mesi scorsi solo il 15% di chi possiede un immobile di valore medio alto o di una casa da cui trae un reddito si dichiara disponibile a ridurre le sue aspettative di prezzo, mentre la quota sale al 34% tra chi possiede una prima casa di valore inferiore a 300 mila euro”.
Abbiamo chiesto ad Emanuele Barbera se oggi la situazione secondo il suo attento punto di vista , si è modificata.
“La situazione non è molto cambiata soprattutto a Milano - ci confida - che in confronto al resto dell’Italia gioca un altro gioco, con prezzi sempre altissimi a fronte della crescente difficoltà di trovare prodotti interessanti.”
È come se soprattutto al Nord, nell’Italia più solida dal punto di vista economico, i venditori preferiscano congelare le loro proprietà ed a fronte di un mercato che in generale scende alle volte anche del 15% sul prezzo pur di vendere, attende, evidenziando appunto resilienza, quella capacità di affrontare e superare periodi di difficoltà.
Cosa e’ successo nel medesimo periodo in UK?
Ricordiamo che a maggio 2020 era stato dichiarato un calo nel volume delle transazioni di vendita di un 38% rispetto all’anno precedente. La situazione era preoccupante e così il governo inglese ha introdotto degli sgravi fiscali che hanno sicuramente aiutato la ripresa economica del paese e aumentato significativamente le compravendite di immobili.
Il Centro Studi Sarpi Immobiliare, ha osservato come nel medesimo periodo appunto maggio 2020, il governo inglese era intervenuto in aiuto al mercato immobiliare abolendo la SDLT la tassa di registro sugli acquisti immobili di valore fino a 500.000 sterline e la riduceva per quelli di valore superiore.
Questa riduzione della tassa di registro, ha incentivato moltissimo le vendite soprattutto nel cuore di Londra dove acquirenti di tutto il mondo in cerca di proprietà di lusso sopra al milione hanno approfittato della crisi per assicurarsi un affare.
Venendo ai giorni nostri, risulta che nel centro di Londra sono state vendute più proprietà sopra al milione che in qualsiasi altro trimestre dal 2014 (anno del boom immobiliare di Londra) ad oggi.
In sintesi il presidente Emanuele Barbera ha dichiarato “Ci sono ancora molti italiani che si trasferiscono a Londra soprattutto per lavoro e preferiscono comprare piuttosto che pagare altissimi canoni di locazione e come il mercato locale è estremamente frizzante.”
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