Federico Panni
Mamma, vado a vivere da solo
Aggiornamento: 2 nov 2022
Secondo l’ultima rilevazione Eurostat, riferita al 2021, in Italia l’età media dei giovani che uscendo dal nucleo famigliare vanno a vivere da soli è scesa sensibilmente, da poco più di 30 anni a 29,9 anni.
Il dato non scendeva al di sotto dei 30 anni dal 2013.
Siamo ancora lontanissimi dalla Svezia o dalla Finlandia, paesi dove ci si allontana dalla famiglia d’origine tra i 19 e i 21 anni, ma siamo lontani anche dalla media europea dove l’età è intorno ai 26,5 anni.
Solo Grecia, Bulgaria, Slovacchia, Portogallo e Croazia, sono peggio di noi, senza dimenticare che gli stati europei dove i giovani lasciano l’abitazione dei genitori più tardi, hanno anche i numeri più elevati per quanto riguarda i cosiddetti Neet, ossia i giovani che non lavorano e non studiano.
Nel 2020 in Italia rientravano nella categoria dei Neet circa 2 milioni di persone tra i 15 e i 29 anni.
La mancanza di lavoro e i lavori poco retribuiti rendono i giovani più poveri rispetto alle altre fasce di età, la povertà assoluta è passata dal 3% all'11% per i 18-34enni e dal 4% al 14% per i minori.
In particolare Eurostat ha trovato una correlazione tra questa tendenza e i valori dell'occupazione giovanile, scoprendo che nella maggior parte dei Paesi in cui i giovani vanno via da casa intorno o dopo i 29 anni il tasso di partecipazione al mercato del lavoro non supera il 50%.
Mentre la Svezia, dove si va via di casa a 19 anni, sfiora il tasso di occupazione giovanile del 70% e sono oltre il 60% anche Finlandia e Danimarca.
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