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  • Immagine del redattoreGabriella Felicetti

Riforma Cartabia: modifica delle procedure

Da febbraio 2023, è entrata in vigore nel processo civile la riforma Cartabia vediamo, come sono cambiate le procedure relative allo sfratto per morosità con detta riforma.



La riforma Cartabia (prende il nome dal suo principale promotore, la professoressa Marta Cartabia, ex presidente della Corte Costituzionale e poi Ministro della Giustizia) è stata promossa con l'obiettivo di modernizzare il sistema giudiziario italiano, rendendolo più efficiente, snello e veloce.


In generale, tra i principali cambiamenti introdotti nel processo civile spiccano:


il principio del "contraddittorio virtuale“ che consente alle parti di svolgere attività processuali attraverso mezzi telematici, riducendo la necessità di comparire fisicamente in tribunale;


la figura del "processo civile telematico", che prevede l'utilizzo delle nuove tecnologie digitali per la presentazione di atti e documenti, la comunicazione tra le parti e il deposito degli atti processuali;


la riduzione dei gradi di giudizio. Sono stati istituiti nuovi procedimenti abbreviati e semplificati che, oltre a garantire una riduzione dei tempi di giudizio, hanno favorito una diminuzione degli oneri finanziari per le parti coinvolte;


l'accesso alla giustizia per tutti, in particolare per le fasce più deboli della società, attraverso l'introduzione di misure volte a favorire la mediazione e la conciliazione come strumenti alternativi di risoluzione delle controversie.


In tema di sfratto per morosità, la riforma Cartabia ha introdotto alcune novità di rilievo, volte ad accelerare i tempi di risoluzione della procedura e a garantire una maggior tutela dei diritti e degli interessi delle parti coinvolte (locatore e conduttore).


L'atto di citazione, presentato dal locatore o dal suo rappresentante legale, rappresenta il primo passo nel procedimento di sfratto. Secondo la riforma Cartabia, quest’ultimo deve contenere al suo interno tutta una serie di informazioni specifiche quali, ad esempio l'indicazione del termine di morosità, l'invito a liberare l'immobile e l'avvertimento che, in caso di mancato adempimento, verrà promosso il rilascio forzato dell’abitazione.


Inoltre, rientra tra le novità dello sfratto per morosità la notifica dell’atto di citazione. Più precisamente, dal 28 febbraio 2023, è possibile notificare l'atto di citazione mediante il deposito presso l'ufficio postale. In questo modo la comunicazione tra le parti sarà più rapida ed efficiente, mentre i tempi della procedura verranno accelerati, evitando possibili ritardi dovuti proprio alla difficoltà di notifica.


Per lo sfratto per morosità, la riforma Cartabia ha previsto una modifica anche dell’art. 663, la versione modificata stabilisce che se l'intimato non si presenta all’udienza o, pur presentandosi, non si oppone, il giudice ha la facoltà di convalidare con un'ordinanza esecutiva la licenza o lo sfratto. Questo significa che, alla fine dell’atto di citazione, non è più necessario aggiungere la formula esecutiva di sfratto.


La riforma Cartabia ha introdotto delle novità anche in merito al decreto ingiuntivo. Il primo provvedimento, mirato ad accelerare la risoluzione delle controversie e ad evitare che una contestazione puramente formale rallenti eccessivamente i tempi della procedura, consente di emettere il decreto ingiuntivo anche in presenza di una contestazione da parte del debitore, a condizione che questa sia manifestamente infondata.


Inoltre, per offrire maggiore praticità ed efficienza, è ora possibile effettuare la notifica attraverso la posta elettronica certificata o tramite altri mezzi telematici.


Infine, la riforma Cartabia ha apportato importanti cambiamenti alle modalità di opposizione al decreto ingiuntivo, con l'obiettivo di assicurare una maggiore tutela del debitore e promuovere al contempo la ricerca di una soluzione amichevole tra le parti. Una delle principali novità introdotte è proprio la facoltà, conferita al debitore, di richiedere la sospensione dell'esecuzione del decreto ingiuntivo, in attesa che il giudice si pronunci sulla validità della contestazione sollevata.


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