Emanuele Barbera
La benzina dell’economia italiana che nessuno conosce
Aggiornamento: 3 gen 2021
Lo sappiamo tutti, l’Italia è la patria delle piccole e medie imprese,
e quale miglior modo per mettere benzina al motore economico
del nostro paese, se non dando liquidità proprio a quest’ultime?
Liquidità per che non arriva da parte dello stato, che specialmente
in questo periodo pensa a ben altro, né tantomeno dalle banche,
fondamentali ma spesso macchinose con i finanziamenti che spesso
devono essere immediati, per cogliere le opportunità di mercato;
ma allora da dove arrivano i capitali per le PMI e le startup italiane?
Il Crowdfunding
Il crowdfunding è una forma di raccolta di capitali “salita in cattedra”
da meno di un decennio, che avviene principalmente online, esistono 4 diversi tipi:
• Donation: la forma classica di raccolta fondi, utilizzata principalmente dalle No Profit, il privato effettua la donazione senza volere nulla in cambio.
• Reward: Utilizzata generalmente da produttori che cercano finanziamenti per poter iniziare la produzione, gli investitori vengono ricompensati con un “premio” (quasi sempre è la possibilità di avere il prodotto prima e ad un prezzo inferiore a quello di mercato).
• Lending (o peer to peer): iniziamo ad entrare nella sfera degli investimenti veri e propri; il lending sostanzialmente è un prestito che viene fatto alla società da un investitore, che si aspetterà un ritorno.
• Equity: quello che analizzeremo nello specifico in questo articolo e che sembra dare maggior speranza alle nostre PMI, l’investitore acquista di fatto delle quote partecipative della società.
Tutte queste modalità sono state normate dal diritto italiano, tra i primi al mondo a farlo.
Equity Crowdfunding, come funziona?
L’equity crowdfunding quindi è una modalità di finanziamento che permette
alle startup e alle PMI di raccogliere finanziamenti online tramite portali accreditati,
i finanziatori acquistano vere e proprie quote partecipative diventando così soci a tutti gli effetti. Acquisendo il diritto alla spartizione degli utili e la possibilità di rivendere le quote
in futuro ad un prezzo maggiorato per , si accetta il rischio che la società non vada
come sperato e fallisca prima del previsto, in quel caso, si sarà perso tutto il capitale
investito; è importante sottolineare che si tratta di capitale di rischio, non di un prestito.
L’azienda quindi si presenta sul portale mostrando la propria identità, il progetto
ed il business plan, dopodiché starà ai privati cercare di capire se varrà la pena investire
o passare oltre. L’equity crowdfunding, nonostante sia una tipologia di finanziamento
relativamente nuova, ha preso piede in Italia molto velocemente (probabilmente
grazie alla grande quantità di talenti, PMI e difficoltà ad accedere ai finanziamenti),
il nostro paese infatti è stato il primo in Europa a normare questa modalità di crowdfunding.
Il Crowdfunding Immobiliare
Grazie al decreto legge 50 di aprile 2017, viene eliminato il vincolo che consentiva
il crowdfunding solo a piccole società di capitali (spa, srl o cooperative), da poco attive,
impegnate in settori innovativi e tecnologici o a vocazione sociale; ci ha permesso a qualsiasi
società di adottare questo strumento, consentendo la nascita del crowdfunding immobiliare.
Questa tipologia consiste nella raccolta di capitali, fino ad un valore di 5 milioni
di euro come previsto dalla legge, per la riqualificazione di aree urbane; generalmente
vengono create società ad hoc per una determinata operazione di riqualificazione,
vengono raccolti i capitali con l’equity crowdfunding, ed infine i soci che hanno partecipato
al finanziamento ricevono i profitti a fine operazione.
Quella del crowdfunding è solo una delle tante modalità di diversificazione del portafoglio di investimento che abbiamo a disposizione oggi, ma agli occhi dei nuovi investitori non può essere più ignorata.
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